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«letti di ferro — stirature — tanaglie — corde da laccio — graticole — ed altre simili mortificazioni del corpo — come le chiamano i preti — e che solo questa genìa d’inferno poteva inventare per sventura dell’umana famiglia.» —
Nel breviario Romano approvato dal Concilio di Trento a pagina 498 sez. IV. — Notturno II. (edizione di Venezia anno 1740) esiste una lettera di S. Domenico di Guzman — patrono di Torquemada e di Arbuez — diretta a Papa Onorio III — nella quale, con un cinismo spaventevole — con una crudeltà tanto freddamente calcolata da far inorridire — egli traccia di sè medesimo un ritratto ributtante ed orribile. —
Leggetela sino in fondo — se il cuore vi basta — e letta che l’abbiate — adorate ancora — se ve ne par degno — S. Domenico di Guzman!
«Beatissimo Padre»
Linguadoca, 7 Aprile 1217.
«Con l’ajuto del Signor e, io e i miei compagni non cesseremo mai dallo sbarbicare