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392 | il governo del monaco. |
«di voi — de’ vostri compagni — d’ogni cosa — e poi rivelare tutto alla badessa. —
«E così vanno le cose, pensavo fra me stesso — in questi laboratori d’ipocrisia e di menzogna! —
«Era incaricata di spiarmi — di minacciarmi — di tormentarmi — in caso io rifiutassi di palesare i vostri nascondigli — le vostre riunioni abituali — i vostri disegni — ed invece — essa mi disse tutto — mi consolò — mi protesse — ed assicurò che morrebbe — piuttosto che farmi male.
«Essa poi jeri — mi salvò puranco dalle disoneste brame di un infame prelato — che introdottosi in questo carcere colla connivenza — senza dubbio — di questa vecchia strega — venne a promettermi mari e monti — se condiscendevo alle sue voglie malvagie. — Mi salvò precipitandosi nel carcere — e strillando come un’ossessa. —
«Invano le promisero la libertà — se giungeva a sedurmi — per conto della badessa e del prelato — non ne hanno potuto cavar nulla. — Di giorno ci destinavano ai più vili uffizi del chiostro — richiudendoci di notte in questa spelonca. —