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il racconto. | 385 |
«l’interno al soccorso delle suore — ed una salva di acclamazioni accompagnò l’atto mio salvatore.» —
«Appena dentro, girai lo sguardo sulla turba delle femmine ivi riunite — ed alla più vecchia — che mi sembrò essere la badessa — «favorisca» — dissi, e in pari tempo la presi per il braccio sinistro, in modo da farle comprendere che il favore di seguirmi lo avrei ottenuto un po’ anche colla forza delle mie braccia. — Incontrai più resistenza da quel vecchio cataletto — ch’io non avrei creduto. — Si contorse, s’impuntò, e non volle moversi che trascinata — resistendo con tutte le sue forze — ma inutilmente: — poi si pose a gridare — onde fui obbligato a levarla nelle braccia — e turarle la bocca con un fazzoletto. —
«Così mi allontanai dalla folla — e giunto davanti alla porta di una cella — che trovai aperta — mi misi dentro col mio fardello. — Il lume era acceso — il letto caldo — deposi la vecchia sul letto — e chiusi la porta a chiave. —
«Era la vecchia attonita — ma non impaurita. — Non ricordo d’aver veduto mai un demonio di tanto coraggio.» — «Ov’è Nanna?» «le chiesi, mentre mi guardava