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364 | il governo del monaco. |
fatti da governi e da sètte più o meno nere, per trattenere, e far retrocedere questo povero paese, impoverendolo — pervertendolo — con ogni modo di depredazioni e di menzogne.
Governo! si può egli chiamar governo quest’agenzia di corruzione!?
Grazie ad essa il popolo è ridotto: ad una metà comprata per aggiogare l’altra — tenerla nel servaggio — e nella miseria!
Salve! valoroso popolo del Messico! Oh! io invidio la tua costanza — e la tua bravura — nella liberazione del tuo bel paese dai mercenari del despotismo! —
Accettate — coraggiosi nipoti di Colombo — dai vostri fratelli d’Italia — un saluto alla vostra libertà redenta! —
A voi s’imponeva la stessa tirannide — e la spazzaste — come la fantesca spazza le immondizie. — Noi soli!... garruli — pieni di pretenzioni — vani — millantando glorie — libertà — grandezze!... e legati per il collo... imbavagliati! — troppo liberi per le ciarle — ma inetti a compiere quella ricostituzione politica — che sola può darci il diritto di sedere accanto alle libere nazioni.
Tremanti dinanzi al despotismo d’un abbietto tiranno straniero — noi non osiamo