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roma. | 361 |
della libertà del mondo — alla grande Repubblica — edificando alle sue porte un impero austriaco — per farsi perdonare dai coronati — la sua origine plebea — l’apostata della Rivoluzione, mutò in parte pensiero.
Distruggere la libertà sulla superficie della terra per ottenere la concessione d’un posticino al banchetto della tirannide!! Povera Francia! a che fosti ridotta!
E il Governo Italiano ha accettato l’eredità dell’imperatore-menzogna. Far il birro al Negromante del Vaticano, — impedire ai Romani di liberarsi — obbligarli a soggiacere al governo del S. Uffizio. — Rinunziare alla capitale d’Italia — proclamata dallo stesso Governo italiano — votata e sancita dal suo Parlamento — ecco l’opera del Governo.
Io credo che governo più codardo sia impossibile trovare nelle storie antiche e moderne — e bisogna che sia proprio destino dell’umanità che si debba trovare accanto al bene tanto male, tante umiliazioni, tanta perversità!
Ho detto «accanto al bene» — poichè non si può negare essere l’unificazione italiana un miracolo di bene, ad onta degli sforzi