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il duello. 355


vere — per essere considerati. — protetti — ci bisogna prostituirci!? Via! — non duelli quando saremo costituiti, ben governati — e godremo nei nostri diritti all’estero ed all’interno — ma di fronte alla prepotenza, all’arbitrio e al privilegio — no! non si può patrocinare la pace. —

Intanto vogano verso ì murazzi le gondole che portano i contendenti. — Uscite da Malamocco — costeggiano per un pezzo l’argine immenso costrutto dalla Repubblica, contro le furie dell’Adriatico — e sbarcano finalmente alla spiaggia esterna e deserta — che fuori dei murazzi, è a secco quando gl’impetuosi bora o scirocco stanno in riposo. — Saltarono sulle sabbie, scelsero un sito a proposito, e dopo aver misurato i venti passi — i secondi, porsero le pistole agli avversari che si collocarono sui due segni marcati nell’arena. — Attilio doveva batter tre volte palma a palma — ed alla terza i combattenti potevano avanzare e far fuoco a volontà.

Già i due colpi eran battuti — e le mani erano alzate per il terzo segno — quando una voce dal lido, ove si trovavano le gondole — gridò: «Fermi!» ed i quattro volgendo lo sguardo videro uno dei gondolieri — canuto