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350 | il governo del monaco. |
pugnale s’immergerà nel codardo tuo seno — come la lingua del Coral — la più velenosa delle americane serpi — nelle latebre dell’infame tua vita! —
«Voga! Voga!» gridava ancora il principe — impaziente di raggiungere il fuggente tesoro. — «Voga — e se non basta un marengo1 ne avrai dieci. — Voga!
«E se fosse una plebea?» ruminava ancora nel suo soliloquio il principe. — Che plebea d’Egitto! Ha forse Dio creato dei plebei — e dei grandi? Non sono la malizia e la prepotenza che imposero alle moltitudini — i despoti ed i tiranni? —
«E non era Gesù un plebeo?...
«E se quella fanciulla — sì bella! sì affascinante! fosse contaminata! fosse una di quelle!.... Oh! profano al celeste amore — non pronunziare sacrilegj!»
«Come potrebbe il volto di una simile donna — arieggiare l’angelico viso della mia sovrana?»
Ed era precisamente plebea l’Annetta — gli scalini della modesta sua casa — ove approdò la gondola — ben lo accennavano. —
- ↑ In questa fucina di servilismo che si chiama Italia — ad ogni passo si devono ricordare le glorie dei tiranni. —