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22 il governo del monaco


E così — nata — strangolata — o macellata — e sepolta — era una creatura umana per nascondere la libidine di chi si era consacrato alla castità.

La terra — i fiumi — il mare — certo nascondono a milioni le vittime della scelleraggine e dell’impostura.

Povera Camilla! anche il nato dalle tue viscere andò nel carnajo degli innocenti — dopo aver esalato il respiro sotto il coltello degli sgherri dello stesso Procopio — di quel Gianni che in questo momento s’aggira per sedurre e perdere la perla di Trastevere — la bellissima Clelia,

Nata contadina l’infelice Camilla — ebbe come l’Italia il dono funesto della bellezza — Silvio nelle sue caccie verso le paludi pontine — soleva fermarsi, passando, in casa del buon Marcella padre di Camilla — a poca distanza di Roma — e s’era colà innamorato della fanciulla. — Riamato da Camilla — e chiestala al padre, l’ottenne e si fidanzarono. — Era una bella coppia quella dell’avvenente e robusto cacciatore — colla gentile e bella contadina — ed entrambi assaporavano anticipatamente con l’anima le delizie della loro unione.

Ma troppo bella era Camilla e troppo innocente in quella metropoli della corruzione. —