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amico — «quel ceffo camuffato col berrette alla veneziana frammischiarsi ira quei buoni popolani veneti? — Egli è facile il riconoscerìo, come la vipera tra le lucertole — la tarantola velenosa tra le formiche. — Quando cotesti rettili serpeggiano nelle moltitudini non è senza scopo — è un inviato di Soma — e certo c’è del nuovo per noi. Colui è Cencio. — Addio!»

I nostri lettori ricorderanno l’agente subalterno di Don Procopio — per cui Gianni aveva affittata una stanza in vista dello studio di Manlio. — Costui dopo la impiccatura del padrone era stato promosso a maggiori uffici ed era agente principale di S. E. il cardinale A.... primo ministro del papa.

Cencio, una volta liberale e traditore poi — avea fatto tesoro delle cognizioni acquistate tra i democratici di Soma — e perciò era reputato prezioso come agente segreto dalia curia cardinalesca. — Vedremo ora qual era la sua missione in Venezia.

In un salone di casa Zecchin, affollato di visitatori, risplendevano sulle venete bellezze — le tre bellissime eroine nostre — Irene» Giulia e Clelia. — La gioventù veneta assuefatta a contemplare le vezzose figlie della regina adriaca — rimaneva ammirata all’a-