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venezia. | 321 |
e di sciagure. — Un nembo da Bora — scoppiato nell’Adriatico in quella stessa notte — aveva imperversato sul mare — e la stretta bocca del porto di Cesenatico era un frangente. — Immensi furono gli sforzi che si fecero per uscire dal porto co’ bragozzi carichi di gente — in numero di tredici! — Ma solo all’alba vi si riuscì — ed all’alba gli Austriaci rinforzati e numerosi entravano in Cesenatico. —
Si veleggiò — il vento spirò favorevole — ed all’alba dell’altro di — quattro dei bragozzi — uno dei quali col solitario — Anita — Cicerovacchio, e i figli — con Ugo Bassi — sbarcarono nelle foci del Po. — Anita nelle braccia dell’uomo del suo cuore — sbarcò morente! — Gli altri nove bragozzi s’erano arresi alla squadra austriaca, che al chiarore del plenilunio, scoperti i piccoli legni, li avea fulminati di cannonate. —
Come segugi in traccia delle fiere — gli esploratori nemici inviati a perseguire i fuggenti, gremivano la spiaggia. — Anita giaceva poco lontano in un campo di frumento, e vicino a lei il solitario che le sorreggeva il capo.
— Leggiero 1, unico compagno, gli rima-
- ↑ Era un coraggioso Maggiore dell’Isola della Madda-