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CAPITOLO LIII.

VENEZIA.

Parata a festa, la regina della laguna accoglieva su d’un Buccintoro moderno — il suo simpatico visitatore — colui che per due volte (1848-1849) aveva voluto partecipare ai disagi, ai pericoli ed alle battaglie di lei. — Egli la prima volta — già col piede sul legno che dovea trasportarlo a Venezia, — fu chiamato alla difesa della pericolante metropoli delle nazioni — e pugnò contro i discendenti di Brenno, e tinse del suo sangue il granito del ponte ove Coclite avea da solo sostenuto l’urto dell’intiero esercito di Porsenna. —

Sulle alture di Preneste e di Velletri — egli vide in fuga il tiranno, padre del tirannello che poi abbandonò il trono ai valorosi suoi mille — e così fa rovesciato nella polve quel governo — prima negazione di Dio. —

Dio gli dia vita per contemplare i frantumi del secondo governo, negazione più impudente