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300 | il governo del monaco |
concedermi d’esservi compagno. — La mia preghiera fu esaudita, ed altro non bramo, che dar questo resto di vita per la santa causa «che voi e i vostri nobili compagni, propugnate.»
Giulia. incantata dal racconto del bandito, era lì lì per chiedere un cenno della vita avventuriera d’Orazio — ma girando lo sguardo sugli astanti s’avvide che la stanchezza universale e l’ora tarda — facevano necessario il riposo — e s’astenne — e contemplò curiosa i preparativi dei letti da campo.
Le verdi frasche della selva — in un momento distese sulla parte più piana del sito — coperto dal secolare gigante della natura — formarono un magnifico letto per le donne, che vollero dormire insieme, ravvolte con parte dei mantelli dei loro cari. — Muzio con cenno supplichevole, offerse il suo alla bella inglese, e la pagò con uno sguardo di gratitudine per averlo accettato. — Frattanto Orazio ed i compagni fecero un giro d’ispezione alle guardie e sentinelle avanzate. e diedero ordini di dare la sveglia prima dell’alba.
Li, tra quelle piante, distese sulla terra, dormivano le speranze di Roma — il risorgimento da diciotto secoli di sonno e di vergogna — l’avanzo illustre dei vecchi conquistatori del mondo — anelanti d’essere accolti nella grande famiglia umana!