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i trecento. 17


E — «All’armi! all’armi!» fu la risposta dei trecento congiurati.

La stanza romita dove forse gli antichi eroi venivano ancora nella notte a meditare sul servaggio delle nazioni, rimbombò al grido dei trecento giovani, che giuravano di voler libera Roma — e l’eco diffuse tra le secolari macerie dello sterminato Colosseo il maschio grido di quella coorte.

Trecento! — Trecento — come i compagni di Leonida — come gli eroi dell’antica famiglia dei Fabii — erano i giovani nostri amici — i quali non avrebbero ceduto il loro posto — sia di liberatori, sia di martiri per un impero.

«Che Dio vi benedica — anime predilette — riprese Attilio — non ebbi mai dubbio dell’unanime eroica vostra risolutezza per l’opera santa! — Noi felici — cui la sorte affidò la redenzione dell’antica padrona del mondo — dopo tanti secoli di servaggio e di brutture pretine.

«Or come ognuno di voi ebbe la sua parte di popolo — suddiviso per rioni — ad educare — così quella stessa parte di popolo sia da ciascuno di voi guidata il giorno della battaglia — che non sarà lontana — il giorno in cui verranno infranti i ceppi della nostra


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