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la pugna. 265


torrente che si fa strada fra i dirupi e le piante a precipizio. —

Erano i compagni di Orazio — e parte dei trecento che riuniti nella selva Ciminia dopo i fatti accaduti nella campagna di Roma — stavano in attesa dei loro Capi, allontanatisi per alcuni giorni con missioni importanti.

Chi precedeva la banda or giunta sulla scena d’azione e la capitanava — erano — niente meno — che Clelia ed Irene — or nuove amazzoni in cerca della pugna, — Al loro fianco stava l’intrepido John, bramoso di menar le mani in sì bella compagnia. —

I proscritti non fecero fuoco — ma innestate le bajonette alla punta delle loro carabine, cacciarono i mercenarii stranieri al grido di — Viva l’Italia! — spingendoli rovinosamente dinanzi a sè, con furia uguale a quella di montano torrente che seco travolge ciottoli e rottami. — I soldati impauriti dall’irrompente tempesta se la diedero a gambe, non curando le minaccie e le sciabolate dei loro ufficiali, che invano cercavano di trattenerli.

Il capitano Tortiglia non mancava di coraggio — e poichè s’era spinto alla testa de’ suoi — era ora rimasto l’ultimo. — Convien dire puranco ad onor suo — ch’egli era