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la pugna. | 263 |
I soldati, come abbian detto, esitarono un momento — ma i birri che accompagnavano il delegato fecero fuoco sugli italiani, i quali sebbene fossero coperti dalle prime piante del bosco — ebbero due padrini feriti, ma leggermente. — Il revolver d’Attilio fece immediata vendetta dei compagni feriti — e la sua palla andò diritta al naso di Don Sempronio (poichè egli era un prete — vestito da birro) e gliene portò via una metà. —
Fu quello un colpo maestro; perchè Sempronio con grida e lamenti — che destavano le beffe — non la compassione negli astanti — se la diede a gambe verso Viterbo — lasciando ad altri l’esecuzione del suo famoso piano di battaglia.
Non tutti gli ufficiali stranieri erano vergognosi della brutta figura che facevano in questa circostanza: — parendo evidente, che per paura di scontrarsi sul terreno cogli italiani — essi avessero preparato la sorpresa della truppa. — La sorpresa era dovuta ad un maneggio del delegato di polizia — che dalle sue spie, aveva conosciuta la presenza dei tre capi proscritti — ed avea preso le sue misure per assicurarne la cattura — sperando con questo di meritarsi un berretto dì cardinale.