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CAPITOLO XLV.

LA PUGNA.

L’alba del primo maggio spuntava appena dall’alto della selva Ciminia — oggi — Monte di Viterbo — quando per la via montana che la accavalla — s’internavano nella selva dodici individui, avviluppati nei loro mantelli.

Procedevano tutti in silenzio, — ma quando furono giunti su di un poggio, che domina parte della foresta — Attilio disse:

«Qui, in questa selva, si rifugiarono gli ultimi avanzi dell’indipendenza Etrusca, battuti e perseguiti dai padri nostri — i Romani, — e qui in un’ultima battaglia sparì dal novero delle genti italiche il più antico — il più celebre ed il più civile dei popoli della penisola.»

Il capitano Goulard. che sapeva abbastanza d’italiano per capire il discorso d’Attilio — e che credette fosse a lui indirizzato: «Credo che non lungi di qui.» soggiunse; i miei antenati. — i Galli — dessero delle