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250 il governo del monaco


precedeva i mercenarii — impose al popolo di ritirarsi. — A quell’intimazione risposero fischi solenni ed alcune pietre ben dirette fecero fuggire il delegato ed i suoi compagni, — che rannicchiandosi tra la soldatesca, — gridavano a squarciagola: «Caricate quella canaglia — fate fuoco per Dio!» Il comandante di quella ciurmaglia, che voleva guadagnarsi qualche ciondolo — e sapeva che facendo macello del popolo — si metteva sulla vera via per ottenerlo — persuaso ancora che giovasse aizzare i suoi cagnotti contro i cittadini, acciò che l’odio reciproco tra loro — non si raffreddasse — ordinò tosto la carica alla bajonetta.

I Viterbesi, che come tutte le popolazioni Romane, avevano ordine dai comitati rivoluzionari di non muoversi — e quindi non eran preparati alla pugna — si dispersero per le vie traverse, il che venne loro facilitato dalla incipiente oscurità della sera, — e dal subitaneo spegner dei lumi, che le donne come per incanto, eseguirono dovunque.

La carica dei mercenarii non ebbe sfogo che contro alcuni cani e somarelli di campagna che si ritiravano a casa — e non s’udiva altro, che un grande abbajare dei primi ed un urlar dei secondi, perseguiti colle bajo-