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il 30 aprile. 249


saluto alla vecchia matrona dell’orbe — ricordando il valore de’ suoi cittadini in quel giorno glorioso.

Il governo di Roma, spaventato dalla notizia di tale avvenimento, diede ordini ad un corpo di nuovi soldati stranieri, da poco tempo al soldo dei preti, di marciare in fretta su Viterbo, per reprimere la dimostrazione a qualunque costo.

Or, mentre il paese festoso, quasi dimentico del lungo servaggio, si abbandonava alla gioja, e la gioventù dopo aver fatto il solenne saluto di porta Romana, a dispetto delle autorità pretine — passeggiava in buon ordine preceduta dalla banda che suonava inni patriottici — mentre le signore, — sempre più ardenti degli uomini quando si tratta d’atti generosi, — acclamavano dai balconi, e sventolavano graziosamente fazzoletti tricolori ai passanti — mentre infine la città intiera, che i preti — come tutte le altre — avean tenuta nel lutto, — si destava alla gioja di un ricordo glorioso — dalla stessa porta Romana spuntava la testa di colonna del corpo straniero, — e con bajonetta in canna, e a passo di carica invadeva la via principale della città, ove ancora si trovavano i giovani viterbesi festanti.

Un delegato di polizia, che con alcuni birri