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il battesimo | 235 |
La festa per essere più semplice che nella capitale — non fu meno splendida — e più lieta — per la cordiale e patriarcale semplicità — di quei buoni abitanti. — Tutti parevan contenti e felici — e il capitano Thompson — benchè un po’ confuso — era in un vero paradiso. — Onorato del braccio di quella cara e bellissima creatura — ora divenuta comare sua — egli più nulla udiva, nè vedeva — tanto che incespicò lungo la scabrosa via del villaggio che conduce alla chiesa — e senza l’aiuto efficace del braccio di Giulia, egli certamente andava ad infrangere il suo bompresso1 sul lastrico d’irregolari macigni — che ivi formavano mosaico.
Per buona sorte Giulia — non era confusa come il nuovo compare — e col contegno suo freddo — ma dignitoso, rimise alla via2 l’andatura del capo marino — il quale dappoi — temendo qualche nuova secca da prora3 e per non ripetere il grottesco primitivo scappuccio — contava camminando tutti i ciottoli della via. — Così si giunse al tempio.
Quivi Thompson fece buona figura: — Un