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230 | il governo del monaco |
cerdotessa per amici che amava teneramente, essa improvvisò un altare al piede della più maestosa delle quercie — coll’ajuto della sua ancella e di John — il quale ebbe occasione di fare gran pompa delle sue capacità ed agilità marinesche — arrampicandosi e saltellando per i rami dell’immensa figlia della terra — docile però sempre agli ordini dell’amata sua protettrice. In poco tempo — fasci di verzura e ghirlande di fiori silvestri adornarono un magnifico tempietto coperto dalla gran cupola dell’albero ed illuminato dal maggiore degli astri, figlio primogenito di Dio.
La cerimonia non fu lunga — ma semplice — patriarcale — al cospetto della maggior parte di quei prodi romani, che facevano corona alla bellissima coppia.
Irene — collocatasi dinanzi agli sposi — colle seguenti brevi parole ne sancì l’unione sacra:
«Giovani cari e avventurosi — l’atto da voi compito in questo giorno vi unisce con vincoli indissolubili del corpo e dell’anima — Voi dividerete per la vita, il bene e la sciagura. — Ricordatevi. che nell’amore e nella fiducia reciproca, troverete sempre felicità duratura — e che quantunque qualche volta questa felicità possa essere alterata da afflizioni — queste saranno sempre menomate