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228 | il governo del monaco |
chè i ciechi soltanto non s’accorgono che egli è il primo a farsi beffe delle favole che spaccia.
Vuol dire che il prete è più astuto d’ogni altro — e che i non-sensi e le assurdità più grandi hanno il privilegio di una più tenace resistenza.
Non indignazione — ma nausea mi sento veramente nel vedere i miei concittadini — inginocchiati davanti a quei simulacri dell’impostura! davanti a quei detrattori di Dio!
«La crepa dell’intonaco, palesa che crolla il muro.» — Basta un primo passo.» — «Il pugno di neve crea la valanga.» — E ce n’è voluto per osare questo primo passo!
Or ora appena si è comprese che il prete è impostore e non degno di celebrare l’atto più importante della vita — il matrimonio. — L’autorità municipale, che deve sapere ogni cosa dei cittadini e registrarne gli atti, presiederà a questo atto solenne — questo è il primo passo, — poi in luogo dell’autorità cittadina verrà la paterna — i genitori — che sono l’autorità più legale — e secondo natura.
A quest’ultimo partito si attennero Clelia ed Attilio.
«Mio! mio!» avea detto Clelia, al racconto