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188 il governo del monaco


«Ma voi avete molti delitti — mio povero Gasparo — se è vero ciò che si racconta di voi — e noi non potremmo accogliervi in nostra compagnia.»

«Delitti!» rispose altiero il bandito — «Io non ho altro delitto che di aver purgato la società d’alcuni prepotenti e dei loro sgherri. — il delitto d’aver soccorso gli oppressi ed i bisognosi. — E credete voi che se io fossi un miserabile delinquente; il governo dei preti avrebbe di me tanta paura — e che io sarei così generalmente amato dalle popolazioni?

«Il Governo mi teme perchè sa che io non temo di luì — come glielo provai in tanti incontri. — Il governo mi teme — perchè sa d’avermi vigliaccamente ingannato e tradito — e s’io ritorno alla testa de’ miei coraggiosi compagni — egli sa che gli farò pagar caro la sua malafede ed i suoi tradimenti. — Sì; — alcuna volta io mi son servito dell’avvocato Carabina per fare giustizia — ed ho la coscienza d? averlo sempre fatto conformemente ai dettati del diritto. — Posson dire lo stesso i preti?»

Qui giungeva John — ed Orazio pensò bene di marciare colla preda ed il nuovo compagno verso il castello, per provvedere agli avvenimenti che si preparavano.