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182 | il governo del monaco |
mancanza di pratica dei luoghi chiusi da foltissimi boschi — di poter riuscire — laonde chiese al cardinale A.... se gli volesse dare come guida il suo vecchio parente, prigioniero in Civitavecchia.
«Ottima scelta!» rispose il cardinale. — Gasparo vi condurrà nei più reconditi siti della foresta — più facilmente che a traverso le vie di Roma. — Egli è tal uomo che prendendo un pugno di fieno — ed odorandolo — anche a mezzanotte — vi saprà dire precisamente ove si trova — in qualunque parte di quei deserti. — Badate che -è vecchio ora — ma per coraggio lo credo ancora buono ad affrontare il demonio.»
Quando Gasparo nelle carceri di Civitavecchia seppe che dovevano condurlo in Roma — si tenne per ispacciato — e tra sè stesso diceva: «Meglio così. — bisogna pur finirla una volta! sono già stanco della vita. — «Un solo dispiacere porto meco nella tomba,» — aggiungeva picchiandosi la fronte il vecchio Gasparo. — «di non potermi vendicare del tradimento di questi cani in sottana.»
Due compagnie di gendarmi — una a piedi, l’altra a cavallo, condussero l’antico principe dei briganti in Roma. — Il governo avrebbe bensì desiderato ch’ei viaggiasse la notte —