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178 il governo del monaco


«obbligato a vivere nelle foreste — perseguitato dagli sgherri del Governo — inseguito come le belve. —

«Un presentimento — un intuito della generosa indole vostra — non lo dico per vantarmene — credetelo — diceva al mio cuore che voi mi amavate e che quell’amore vi faceva infelice. — Per questo sono venuto.... o Irene!.... e sono venuto.... a dirvi.... che voi non potete esser mia! —

«Dopo un istante di pausa, rinfrancatasi la voce, ch’era andata grado orado abbassando — ei proseguiva: — Voi dovete dimenticarmi. Irene — io sono già pago del poco che ho potuto fare per voi — me ne sento superbo — quindi a me non dovete gratitudine — e se mai fossi tanto fortunato da spendere questa povera vita per voi — oh! credo che allora il mio sogno sarebbe compiuto! — Perdonatemi!... Irene!... Così dicendo, egli si alzava — con voce sicura mi diceva addio — e lasciando andare la mia mano che aveva tenuta nella sua, si allontanava

«Io era rimasta tutto quel tempo assorta in tanta estasi da dimenticare me stessa, il mondo intero! — Non udiva, non sentiva più nulla!