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la bella irene | 175 |
«Sovente, passava delle ore al balcone del mio appartamento, gettando lo sguardo in tutte le direzioni — e su tutti i passanti, cercando le sembianze dell’uomo de’ miei pensieri. — Se scorgeva un palischermo, una navicella sul mare — puntava il mio binocolo su quel punto, non per altra brama che di scoprire fra la ciurma o tra i passeggeri l’idolo del mio cuore.
«Una sera — era già tardi — ed io seduta al balcone della mia stanza — in balìa ai mesti miei pensieri — quasi involontariamente stava contemplando l’astro della notte che spuntava sul lontano orizzonte delle pianure Pontine. — Il tonfo d’un corpo che pareva piombare dall’alto del muro della villa — mi trasse dalle mie contemplazioni: — il cuore cominciò a battermi — non di paura però — e mentre l’astro notturno alzavasi — ed aumentava il chiarore — mi sembrò discernere tra le piante qualche cosa che s’avvicinasse — poi mi parve distinguere una persona. — Quando l’ombra o la persona uscì dal folto delle piante e si trovò all’aperto — un raggio di luna, che quasi orizzontale la illuminava, mi fece palesi le fattezze di colui che io aveva cercato invano per