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174 | il governo del monaco |
«mestico rialzarsi — e venire a noi — lo sconosciuto mi prese la mano, la baciò ed allontanossi frettolosamente.
«Io era rimasta così attonita da tanti e sì subitanei avvenimenti — che non ebbi la presenza di spirito di articolare una sola parola.
«Mio padre — amorevolissimo — (io non aveva conosciuta mia madre) — soleva nella stagione estiva andare ai bagni di mare in Porto d’Anzo — forse più per compiacermi che per desiderio proprio — sapendo che io amava il mare e soprattutto amava di allontanarmi dalla società aristocratica della Metropoli — per la quale non avevo la più lieve simpatia.
«Fuori di Porto d’Anzo — a poca distanza verso il settentrione — e non lontana dal mare — vi era una villa - — proprietà di mio padre — da noi abitata nelle nostre escursioni estive.
«Io amava la vista del mare — quivi vivea più volentieri che a Roma — ma vi era un vuoto nella mia esistenza — una smania nell’anima mia che mi turbava, che mi rendeva inquieta — e malinconica. — Io sentivo di amare perdutamente lo sconosciuto mio liberatore.