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la bella irene | 173 |
«lo riconoscerò ben io se lo rivede — dicea tra me — fosse egli romano! se è romano dev’essere della schiatta de’ quiriti, del mio popolo ideale! del mio culto!
«Una sera — voi conoscete l’uso in Boma di visitare il Colosseo al chiarore della luna — una sera — dico — accompagnata dalla stesso domestico — io usciva da quel gigante delle ruine per tornare a casa. — Ad una certa distanza essendosi diradata la folla — nel girare il canto della via che dal Tarpeo mette al Campidoglio — ed alombra di quell’immenso edificio — un colpo di bastone rovesciò il mio domestico — e due malandrini afferrandomi per le braccia cominciarono a trascinarmi violentemente verso l’arco di Severo1. — In quel punto le svelte forme dell’uomo che io aveva scolpito in cuore — si delinearono nel chiaroscuro delle ruine — una lotta corpo a corpo s’impegnò tra i tre — ed in meno ch’io noi dico — i due assassini erano rovesciati nella polve. — Vedendo il do-
- ↑ Tarpeo. — Rocca donde i Romani precipitavano i rei.
Campidoglio. — Palazzo di governo degli antichi.
Arco di Severo. — Magnifica ruina che s’incontra entrando nel campo Vaccino che fu edificato da Settimio Severo Imperatore.