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172 | il governo del monaco |
fa un mezzo giro a sinistra — inciampa e va a fracassarsi il cranio contro il muro li una casa. — Io era salva, ma svenuta — e quando ripresi i sensi mi trovai mio letto, in casa mia. attorniata dalle mie donne. E chi era staio il mio salvatore? a chi chiederlo? — Feci chiamare il domestico che mi accompagnava — ma tutto quanto egli mi seppe dire — era: che seguendomi da lontano — giunse sul luogo della catastrofe — quando io era già trasportata in una casa vicina — da dove palesando il mio il mio nome mi fece trasferire subito nel mio palazzo. — Altro non seppe dirmi del mio salvatore — se non che egli era un giovine — e che s’era ritirato dopo avermi consegnata alle donne di quella casa. —
«Però la mia ardente immaginazione aveva indovinato o distinto anche in mezzo a tale pericolo — i lineamenti atletici di quell’agile e robusto giovine.
«I suoi occhi avevan lampeggiato un solo istante nei miei — ma quel lampo si era indelebilmente trasfuso ed impresso nel mio cuore. — Io non potei più dimenticare quella sua tisonomia che ricordava gli eroi Romani — scolpiti nell’anima mia. — Oh!