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152 il governo del monaco


l’oro vendute? Essi — avviticchiati ai lucri ed agli impieghi — eran sordi a qualunque proposito generoso che potesse compromettere l’Eldorado1 a loro consegnato dalla Rivoluzione, che altro per sè non volle che il bene e l’unità nazionale. Quindi l’Italia da tanti secoli divisa, depredata, avvilita, corrotta da quella caterva di jene in sottana — si trova oggi ancella ringiovanita — riportata all’altare del sacerdozio di Satana — a rinnovare l’antico bacio della pantofola.

I porporati — assoldatori di briganti — tornarono alle grasse prebende — il popolo alle solite miserie — ed i valorosi che bagnarono del loro sangue tutte le terre italiane — obbligati a ripigliare la via dell’esilio, ad errare nelle foreste per sottrarsi alle vendette dei preti.

Tale era la condizione di Roma nei primi mesi di quest’anno 1867 — in cui si vedevano mercenarii stranieri — sostituiti da altri mercenarii — ancora peggiori — impossessarsi della città nostra; — si vedeva l’Italia prostrata ai cenni di un devoto assassino — rinnegare Roma e le sue glorie per compiacergli — e potendo viver bella, rigenerata, rigogliosa,

  1. Paese dell’oro.