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146 il governo del monaco


ribili avvenimenti. — Madre affettuosissima, sosteneva il caro peso della sua Clelia — e stava immobile per timore di svegliarla: — un pensiero affannoso le annuvolava la fronte piena di mestizia: — «Che sarà del mio Manlio in questo finimondo?» E poi — quasi un rimorso la colpisse di consacrare i suoi pensieri unicamente allo sposo — aggiungeva: «e la povera Aurelia?!» — E sonnecchiava affannosamente!

Non così il Romano. — Egli sapeva d’esser troppo vicino alle volpi pretine di Porto d’Anzo perchè s’abbandonasse al riposo. — Seduto sopra un gran sasso delle ruine ch’egli avea avvicinato al fuoco — lo alimentava di quando in quando vigilando.

Il suo mantello lo avea lasciato alle donne che se ne coprivano — tutti i pezzi delle vestimenta — bagnati nelle sue escursioni sulla spiaggia — erano stati asciugati l’un dopo l’altro e rivestiti — la sua cartucciera di cuojo, maestrevolmente lavorata, cingeva alla cintura — due revolver pendevano ai suoi fianchi nelle rispettive fonde — il suo pugnale a larga lama — da potersi usare come arma di guerra e coltello da caccia — sporgeva obliquamente dalla cartucciera ov’era immerso per metà — e la fida carabina — ch’egli avea