Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
il deserto | 145 |
— Lascio pensare con che amorevolezza lo accolsero le nostre Romane. — Lo spogliarono, lo asciugarono, lo coprirono dei loro abiti asciutti; — mancava il grog1 per il piccolo John, ma un fiasco d’Orvieto di cui Orazio aveva provvisto le viaggiatrici — vi supplì dovutamente — e John dopo due ore coi suoi abiti asciutti — refocillato ed in sì bella compagnia — avea dimenticato Yacht, tempesta, il mondo — e russava colla testa sopra un sasso ed i piedi vicini al fuoco — come se fosse in un letto di piume.
Orazio dopo aver percorso la spiaggia un gran pezzo ad onta dell’infuriante tempesta — col timore e la speranza di poter essere utile a qualch’altro disgraziato — tornò alla torre e procurò anch’egli d’asciugarsi i panni e rifocillarsi.
Clelia accantucciata colla madre in un angolo — col capo appoggiato in grembo di lei — avea pur essa ceduto alla stanchezza ed alla gioventù — beandosi in un profondo sonno.
Silvia non dormiva — sonnecchiava. — Coll’indole sua delicata e gentile — essa era stata troppo scossa dalla sequela di così ter-
- ↑ Bevanda fatta d’acquavite o rhum allungata con acqua.