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CAPITOLO XXV.
LO YACHT.
«Dondola, o graziosa Naiade, gli eleganti tuoi fianchi sull’onda Mediterranea. — Io ti rivedo commossa — con tutto l’affetto dell’anima mia!
«E perchè non amerei te come un’amica? Te — a cui devo tante emozioni, tanti piaceri sublimi!
«Io ti amo! — Quando l’Oceano fatto specchio — riflette ogni oggetto esistente con magica somiglianza, come è bello veduto dalla tua tolda! — E come è bello quando increspato dalla brezza — dolcemente tu gonfii l’erbunee tue ali e ti adagi vezzosamente su di un fianco — quasi danzando — scherzando — e sogghignando dinanzi all’umile sdegnosetta forza dell’Espero1. —
«Ti amo perdutamente — quando simile allo indomato corsiero del deserto — spu-
- ↑ Piccola brezza