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128 | il governo del monaco |
era, oppure sembrava, in quell’istante quasi impercettibile.
Bisogna confessarlo — in quel momento i nostri cari — non men belli e non men coraggiosi — Attilio e Muzio — furono dimenticati dalle nostre eroine. — Così è più forte di noi questa nostra debole natura umana.
Lo stupore dei viaggiatori si accrebbe ancora quando il brigante uscito dalla sua posizione contemplativa — si avanzò graziosamente verso Silvia — le prese la mano, gliela baciò commosso, lasciandovi cadere sopra una lagrima.
«Voi non mi riconoscete. Madonna?» egli le disse. «Guardate un poco questo mio occhio sinistro — che per cura vostra — gentile e materna — non mi costò la vita:»
«Orazio! Orazio!» gridò la matrona abbracciandolo e spargendo un torrente di lagrime. — «Orazio! mio figlio — figlio della migliore amica mia!»
«Sì. Orazio! che voi raccoglieste morente — che curaste con affetto di madre — ed a cui porgeste un pane nella sventura quando fu orfano!» soggiungeva egli, e la buona Silvia — quasi fuori de’ sensi — si abbandonava nelle braccia del suo robusto antico protetto.