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126 | il governo del monaco |
su quello delle donne — ed egli — che metteva una palla nell’occhio del cignale a dugento passi di distanza — appena curossi della caduta dei due — gettando invece un colpo d’occhio sulla perla di Trastevere. — Ma questa, non curante del simpatico significato di quella occhiata, «avanti!» gli gridò: segnandogli il sentiero, per il quale Giulia ed il suo rapitore erano scomparsi.
Quasi mosso da un elettrico impulso, il liberatore — che sembrava tanto agile, quanto forte — si avventò sulle traccie del fuggente — ed in pochi minuti ritornava lieto con Giulia verso gli amici. Il brigante quando sentì la tempesta venire sulle sue traccie — aveva abbandonata la preda, mettendosi in salvo fuggendo.
Il vittorioso campione, ricaricata la carabina, disse a Manlio di armarsi: — le armi che restavano sul suolo e sui cadaveri — depose nella carrozza — raccogliendo i cavalli occupati a pascolare, ad onta del freno, sull’orlo della strada.
La comitiva ammirava stupefatta il coraggioso liberatore — mentre egli, come assorto in contemplazione di cosa che stesse sopra gli oggetti materiali presenta pareva col pensiero lontano da quella scena di sangue.