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i briganti | 117 |
fezione della capitale — alle sue lussurie, — preferisce la quiete del deserto.
Pochi — lo abbiamo detto — sono i proprietari di quelle feraci ed immense pianure — e tutti son preti — ingolfati nei vizi della metropoli, che non hanno mai veduti questi loro possessi e vi tengono al più qualche mandra di bufali e pecore.
Ma nella campagna romana si trova qualche altra cosa.
La pianta brigante è inseparabile dal governo dei preti, ed è naturale — essa non può non prosperare accanto ad un governo codardo — servito da mercenari imbelli ed abbrutiti. — Quindi il ladro — l’omicida — o il compromesso politico. — trovandosi questa immensa campagna — vicina — ove loro non mancherà rifugio ed alimento — vi si gettano — e molti vi passano l’intiera lor vita.
Le statistiche assicurano essere gli omicidii in Roma più frequenti che in alcun’altra parte, e non può essere altrimenti coll’educazione corruttrice dei preti — e la miseria prodotta dal loro infame governo. — Quindi necessariamente la campagna è popolata da molti di questi fuorusciti — delinquenti od innocenti — tutti conosciuti sotto la denominazione di briganti.