Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
CAPITOLO XXIII.
I BRIGANTI.
Lasciamo per un momento queste scene di desolazione e d’orrore — quest’atmosfera infetta dal fiato pestilenziale de’ carnefici — e seguiamo sulla strada di Porto d’Anzo — le graziose nostre viaggiatrici — meste — perchè il loro cuore rimaneva in Roma co’ loro cari — ma finalmente respirando l’aria libera della campagna — in quella stagione purissima.
La campagna romana, un dì sì popolata e fertile, è oggi — lo ripeto — un deserto — seminato di macerie — e coperto di paludi e di macchie. — L’ammiratore della natura selvaggia — trova pascolo colà all’esaltata immaginazione — e forse è difficile rinvenire un altro lembo di terra sulla superficie del globo — che presenti alla memoria tante ricordanze di peripezie, di grandezza e di miseria.
Il cacciatore vi trova selvaggina d’ogni specie — dalle quaglie al cignale — ed alimento del corpo e dell’anima vi trova colui, che alla in-