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il traditore | 109 |
di fuggenti. — Elmi, sciabole, fucili, si trovarono seminati sul lastrico delle vie e più feriti vi furon dagl’inciampi in quelle armi — che da mano nemica. — Molti incespicando rovesciati — cagionavano la caduta dei vegnenti — dimodochè in certi luoghi si trovavano qua e colà monti di mercenarj e di birri. — Alcuni si lamentavano — altri mostravan tanta paura nelle ossa — . che gridavano: «Non mi uccidete, signor liberale, ch’io mi sono arreso.» —
Frattanto i prodi campioni della libertà di Soma, dopo d’aver fugato i mercenarj pretini — si separavano — e tranquillamente ripigliavano la via delle loro case — sparpagliati in piccoli gruppi.
Quanto valga l’uomo di coraggio è cosa incredibile! — Un uomo può mettere in fuga un esercito — e non è esagerazione. — Io ho veduto degli eserciti colti dal panico — fuggire davanti - — non ad un uomo solo — ma a meno d’un uomo — davanti ad un pericolo immaginario. — Un grido di: «salva chi può!» — «Cavalleria!» — «il nemico!» risonante di notte — ed anche di giorno con qualche tiro di fucile — o senza — basta a mettere in fuga un corpo di truppa — che ha combattuto e combatterà in altra circo-