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106 il governo del monaco


Il capo della contro-polizia liberale — era Muzio — e ben gli serviva la sua qualità di mendico; — poichè tra quei tanti infelici che accattano il pane nelle vie e sulle piazze di Roma — i preti trovano sempre alcuno che si vende coll’infame patto della delazione. — Muzio non lo ignorava — e coll’intelligenza superiore che lo adornava — aveva saputo dai suoi emissarii far vigilare gli emissarii dei preti.

L’ultime ombre dei congiurati (perchè veramente sembravano ombre che traversassero quelle macerie) eransi introdotte nella gola del sotterraneo. — Attilio aveva fatta la dimanda: se le sentinelle erano a posto: — il lume, dopo la risposta affermativa, aveva rischiarato le austere fisonomie dei nostri giovani. — quando un fischio simile a sibilo di serpente — fece risuonare le antiche vôlte dello speco.

Era questo segnale d’allarme ed era il mendico che lo mandava — il quale, messo appena il piede sull’entrata del sotterraneo — «non v’è tempo da perdere» esclamava — «non solo siamo accerchiati da forza armata da questa parte — ma altra forza ha già preso posizione all’uscita settentrionale del sotterraneo!»