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«al nostro paese — il più imperdonabile è la corruzione con cui han potuto talmente snaturarlo.»
«Cosa vuoi?» rispondeva Silvio. «Il servaggio fa dell’uomo una belva — e questo nostro è stato il più maligno, il più perverso di quanti si conoscono. — I chercuti hanno il garbo di farci schiavi e farci adorare i nostri tiranni.»
Così discorrendo i due amici quasi istintivamente s’avviarono verso lo studio d’Attilio — che trovarono dinanzi la mensa modestamente imbandita - — alla quale parteciparono di tutto cuore. — Dopo d’avere ragguagliato l’amico delle faccende del giorno — i tre si sdrajarono per cercare un po’ di riposo — ed era loro ben necessario dopo le fatiche della notte.
Verso le dieci della sera, — i nostri tre amici giungevano alle Terme di Caracalla; — ove sappiamo che i trecento dovevano riunirsi.