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CAPITOLO XIX.
LE TERME DI CAEACALLA.
Lascio pensare a voi quale scompiglio vi fosse in Roma il giorno quindici febbrajo — che seguì la notte tragica di Palazzo Corsini
— Un andirivieni — un diavolio per le strade — un chiedersi: «che è — che non è? — È ora di menar le mani? — Di mandare a rotoli questo esoso temporale e lo spirirituale con lui?»
Frattanto i tre cadaveri penzolavano dalle finestre — e siccome in quella tana di birbanti — uno diffidava dell’altro — niuno ardiva di avvicinarsi alla stanza fatale — per non suscitare sospetti. — Finalmente, un battaglione straniero — che la paura dei preti aveva richiesto — comparve nella Lungara — ed invase l’immenso palazzo. — I soldati se la ridevano sotto i baffi nel vedere appiccati i due chercuti e l’eunuco. — Senza nessuna reverenza al mondo s’andavan dicendo fra loro «Che bei salami! — Se ne hanno esposti per