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CAPITOLO XVIII.

L'ESILIO.

Era la mattina del quindici Febbrajo. e la campagna di Roma era illuminata dai primi raggi del sole. —

Quel solenne deserto — ove un dì sorgevano città cospicue — oggi è seminato di macerie — e presenta all’attonito passeggiero un’immagine di desolazione e di morte. — I miserabili abitatori che s’incontrano in quelle steppe — riflettono sulle loro gialle e squallide fisonomie — i patimenti e la mal’aria; — pianure immense — ove una volta prosperavano numerose popolazioni — sono oggi percorse da bufali selvaggi e da cignali. — I giardini — le ville, — gli orti, che alimentavano di legumi e di frutta i due milioni d’abitatori dell’immensa Metropoli — sono sostituiti da macchie e paludi pestilenziali.

Qua e là alcune croci di legno — attestano al viandante gli omicidi frequenti — a cui la miseria e l’ignoranza pretina — trascinano