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Vuol dire che, per il primo, il nucleo dell’elettromagnete è un mezzo meno rifrangente che l’aria atmosferica in condizioni ordinarie; per il secondo invece è un mezzo più rifrangente.

Se ne conclude che certi raggi circolari, diciamo i destri, per fissare le idee, appariranno emessi da una sorgente più lontana dal reticolo, che non sia, in realtà, la fiamma. E dei raggi sinistri accadrà precisamente il contrario.

Ora, ciò che s’osserva nelle esperienze dello Zeeman, è un movimento di fianco delle righe relative ai raggi circolari; la linea spettrale infatti appare allargata, e i suoi orli sono polarizzati circolarmente in versi opposti.

Si tratta dunque di vedere se, quando si fa uso del reticolo del Rowland, e si punta una data linea in uno spettro, uno spostamento della sorgente, rispetto al reticolo, si possa tradurre in un moto laterale della imagine. E se inoltre l’escursione della linea spettrale cambi di segno con quella della sorgente.

È facile dimostrare che le cose devono accadere appunto così.

La formola fondamentale del reticolo sferico fu data nel 1883 dal Rowland1, ed è la seguente:

1)
.

Quì ed indicano le distanze del punto irradiante e dell’imagine dal reticolo, è il raggio di curvatura di quest’ultimo, e sono gli angoli formati da ed con l’asse di simmetria dell’apparecchio.

La nostra quistione, manifestamente, si riduce a cercare come varii la , quando la varia e , e rimangono costanti.

Ora, differenziando in questa ipotesi la (1), si ricava:

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  1. H. A. Rowland. On Concave Gratings for Optical Purposes. (Phil Mag. (5), XVI, 197, 1888; confronta particolarmente le pagine 199-202).