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SUL MODO DI INTERPRETARE CERTE ESPERIENZE DEL SIG. P. ZEEMAN DI LEIDA.

Nota di A. GARBASSO.


1. In un lavoro pubblicato nel fascicolo di Marzo del Philosophical Magazine, il sig. P. Zeeman di Leida ha descritto1 alcune esperienze, estremamente interessanti, dalle quali risulta che la luce, emessa da una sorgente luminosa, si modifica, in qualche modo, per l’azione del magnetismo.

Fra i poli di una potente elettrocalamita del Faraday si colloca la fiamma oscura di un becco Bunsen, e in questa si porta all’incandescenza il vapore di un sale sodico; della radiazione emessa si forma lo spettro con un reticolo del Rowland. Eccitando l’elettrocalamita succede che le righe D si allargano alquanto.

Questo avviene comunque sia diretto, nel piano orizzontale, il raggio, che cade sul reticolo. Ma le particolarità del fenomeno si modificano con la direzione della luce incidente.

E cioè, se si tratta di raggi normali alle linee di forza magnetica, gli orli delle righe allargate appariscono polarizzati rettilineamente, e le vibrazioni si compiono in essi secondo la verticale.

  1. P. Zeeman. On the Influence of Magnetism on the Nature of the Light emitted by a Substance. (Phil. Mag. (5), XLIII, 226, 1897).