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E si arriva dunque a questa conclusione: che se sul cammino delle onde, le quali eccitano l’analizzatore di quattro centimetri, si interpone una vaschetta con un liquido avente la costante dielettrica , e dentro a questa una lastra di vetro con risonatori di , le scintille dell’analizzatore si spengono. Tornerebbero invece a comparire se lo schermo e la vaschetta si collocassero semplicemente uno dietro all’altra.

L’esperienza fu fatta in realtà da Aschkinass e Schaefer14 e il risultato fu conforme a quello che la teoria prevede.

Questa teoria possiamo dunque applicare con piena sicurezza al «caso nostro attuale.

15) Torniamo dunque all’equazione (*), e scriviamola, come è lecito, per le lunghezze invece che per i periodi, dandole la forma

.

La sarà per noi la costante dielettrica del fosforo, sarà la lunghezza (nell’aria) della luce che eccita la fosforescenza (e l’effetto fotoelettrico), ed la lunghezza delle onde che emetterebbero nell’aria gli elettroni che dalle onde vengono eccitati, posto che essi oscillino realmente nel fosforo.

Oppure le saranno le onde che, sempre in quella ipotesi, gli elettroni emetterebbero se fossero fatti oscillare nell’aria, e le le lunghezze della luce di fosforescenza, che si misurano realmente nell’aria.

Vediamo alcuni dei risultati sperimentali15; avverto che le costanti dielettriche dei fosfori furono determinate espressamente dal Winawer16; il quale ottenne i numeri che seguono:

 
Solfuro di calcio 
8, 08
Solfuro di stronzio 
8, 48
Solfuro di zinco 
13, 1

I dati che riporto, come saggio, sono relativi ad una banda caratteristica del rame.

Questa, che Lenard e Klatt indicano con la lettera , viene eccitata da diversi raggi ultravioletti; e propriamente da tre nei solfuri di calcio e stronzio, da due in quello di zinco.

Nelle colonne indicate con sono registrate ordinatamente le lunghezze d’onda della banda di fosforescenza e dei raggi capaci di eccitarla; accanto a ciascun , nella colonna distinta con la lettera , è aggiunto il valore

2.g