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Vi è nel museo di Napoli un affresco antico, dove, come nei versi di Ovidio, il giovinetto Narciso,


. . . . visae correptus imagine formae

spem sine corpore amat . . . . .
rapito nella sua visione di bellezza, ama una speranza priva di realtà.

Il giovinetto Narciso è divenuto caposcuola, e i discepoli, con minor gusto forse, ma con ugual resultato, contemplano le grazie del concetto puro.

Contro un indirizzo estraneo o anzi opposto al pensiero nazionale, prendiamo lieti gli auspici da questa terra di Toscana, dove Galileo riaccese la fiaccola della ricerca scientifica per noi e per gli altri, ma prima che per gli altri per noi.