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trio delle masse e dei vincoli, in quanto si riconosce dunque di ignorare moti nascosti.

Ma che un moto rimanga nascosto, o che diventi visibile, metaforicamente parlando, dipende dalle condizioni della ricerca sperimentale.

Enrico Hertz lo ha inteso e lo ha detto con piena chiarezza, Enrico Hertz, che, per ripetere ancora una volta la frase di Adrasto di Afrodisia, aveva il senso della fisica.

I moti nascosti, egli osserva, sono tali probabilmente perchè ciclici, come è il moto di un liquido in un tubo piegato nella figura di una linea chiusa.

Non mutando la distribuzione delle masse o l’aspetto del mondo esteriore, essi rimangono appunto nascosti.

Ma anche i moti ciclici diventano visibili se ci si porge un mezzo di agire su l’intensità del loro flusso.

Queste azioni perturbatrici sono fornite dalla luce ultravioletta nelle esperienze del Righi e del Lenard, dalla temperatura elevata nelle ricerche del Thomson e dell’Houllevigue e dal campo magnetico in quelle dello Zeeman.

Esperienze e ricerche, le quali rivelano concordemente nei conduttori e nelle sorgenti luminose l’esistenza di particelle elettrizzate, di elettricità negativa, con una massa duemila volte più piccola di quella che si deve assegnare ad un atomo di idrogeno. Particelle identiche alle altre che si muovono nei fasci catodici e che costituiscono i raggi beta delle sostanze radioattive.

Determinate le masse, bisognava procedere allo studio dei loro movimenti.

Fu merito quasi esclusivo di Paolo Drude l’avere affrontato e risolto il problema della conduzione metallica. Anche qui si ripresentano i concetti della meccanica statistica, o anzi della teoria cinetica dei gas.

Il Drude mostrò infatti che i moti disordinati, completamente disordinati, degli elettroni bastano a spiegare e a collegare insieme molti fenomeni diversi: la differenza di potenziale che si origina alla superficie di contatto di due metalli eterogenei, la forza elettromotrice termoelettrica, l’effetto Peltier e l’effetto Thomson.

L’aumento di resistenza che i conduttori risentono al crescere della temperatura viene messo in rapporto con l’aumento di pressione in un gas scaldato a volume costante, e si rivela così la ragione profonda di una coincidenza numerica che pareva casuale.

Alla loro volta i calcoli del Boltzmann e i concetti della proba-