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basso, che non ve n’è alcuno che lo equipari. Mercanteggia il cibo alla donna, quando non glielo ruba„. Un’altra donna, la cittadina Grippa, disse: “Rifiutatevi di dare i vostri amplessi agli uomini. Non siate più operaie, se non vi mettono allo stesso livello dell’uomo: non siate più donne perdute: scioperiamo. Lo Stato dovrebbe indennizzare la donna tutte le volte che questa prestasi a farsi fecondare„.
Questa lettura getta il turbamento nel cervello ancora verginale, nonchè idiota, della signora Eufemia, mentre Policarpo, da cinque minuti sani, si riprova inutilmente a introdurre il filo nella cruna dell’ago. Agenore, con la fatale irriverenza di questo secolo, guarda gli sforzi del genitore con sorriso di scherno.
Policarpo ci si prova ancora sei o sette volte, poi si inquieta e dice a Eufemia:
— Fammi il piacere d’infilarmelo tu, perchè io non ce la fo.