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IX.


Rivolta femminile.


Sono le otto e tre quarti di sera. Sul tavolino, coperto da un vecchio scialle a scacchetti verdi e turchini, risplende un lume a petrolio col piede lucido per l’untume, il cristallo incrinato e un giornale ridotto a paralume col sussidio d’una spilletta arrugginita e di due mollichelle di pane masticato. Questo paralume, da oltre due anni, forma l’orgoglio dell’autore, Policarpo De-Tappetti, il quale, con gli occhiali sul naso e il labbro inferiore penzoloni, sta rifacendo la punta a un par di vecchi pedalini che paiono rosicchiati dai sorci. Agenore, con un paio di forbicette, fa una quantità di ritagli di carta, ai quali, mentalmente, si