Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— Via quel dito!
— Tu ce lo metti sempre e nessuno ti dice nulla. Ah, quando sarò grande!
Policarpo trascina il figlio sul piazzale dell’Indipendenza. C’è un quadrato di fanteria e un quadrato di curiosi; molte signore, in abiti assai carini; molta ragazzaglia inerpicata sui cancelli, sui lampioni. Agenore assiste alla sfilata, provocando fieri rabbuffi dalla giusta collera del genitore, per le domande stupidissime con cui mette a dura prova l’erudizione paterna.
A un certo punto, Policarpo afferra il figlio e facendolo galoppare come un dannato dantesco lo trascina sulla piazza del Quirinale. La folla si agglomera davanti al regio palazzo.
— Papà, — chiede Agenore indicando la Consulta, — chi ci sta in quella casa?
— Ci sta l’onorevole Crispi.
— Non me ne importa nulla.
— Non me ne importa nulla neanche a