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a questo padrino che è cavaliere nel fondo del culto, persona altolocata, che ci elargisce i beneplaciti d’una preziosa amicizia. Su dunque, Agenore.

E Agenore con voce stridula:


               Farfallina, bella e bianca
               Vola, vola, e non si stanca
               Sopra questo o su quel...

— Ma no! — gli grida Policarpo; — la poesia la dirai per ultimazione dell’esperimento. Dimmi invece, quante sono le dita della mano?

Dopo un momento di dolorosa aspettativa, Agenore risponde:

— Cinque!

— Bene! — esclama Policarpo dando un’occhiata trionfale al cavaliere Anassagora, — e come si chiamano?

Agenore osserva le dita della destra, poi balbettando risponde:

— Pollice, indice, martedì, giugno, primavera.